Sono aperte le iscrizioni al GTC- GRUPPO DI TEATRO CIVILE DELLA FRATERNALCOMPAGNIA

Realizzato con il sostegno del Quartiere Savena di Bologna.

Il Gruppo Laboratorio di Teatro Civile è un gruppo a partecipazione gratuita, con una piccola quota d’iscrizione, aperto a persone di tutte le età.

INFO:
tel. +39 3492970142 (anche su whatsapp).
 

Il Corso/Laboratorio di Teatro civile è pensato per tutte quelle persone che pur non volendo o potendo compiere studi di recitazione per diventare attori, vogliono soddisfare la loro passione per il teatro, senza limiti di età e di esperienza. Il Corso e suddiviso in due parti, la prima comprende: le tecniche del teatro di Narrazione, Tecniche di lettura al microfono, elementi di recitazione, studio della vocalità. Una seconda parte è dedicata alla ricerca, le interviste sul campo, la scelta degli argomenti storici, sociali o di attualità da trattare e la scrittura dei testi. Il corso si conclude con uno spettacolo.

Il corso partirà mercoledì 9 novembre e si terrà una volta alla settimana, dalle 20 alle 22, fino a giugno.

L’argomento di studio sarà deciso dopo una prima discussione con gli allievi

La scelta dell’argomento guiderà le collaborazioni esterne che ogni anno hanno visto alternarsi, esperti, storici e istituzioni che oltre a guidarci nell’argomento trattato avranno una funzione informativa e di controllo storico e sociale sul lavoro che andremo a svolgere.

Si alterneranno inoltre diversi insegnanti: Massimo Macchiavelli che è il titolare del corso, Luca Mazzamurro come esperto di vocalità in più saranno chiamati diversi ospiti ed esperti degli argomenti che andremo a trattare.

Obiettivo del programma sarà quello di sviluppare tecniche teatrali quali:

Lettura espressiva, Teatro di Narrazione, Tecniche del racconto, Vocalità, Recitazione, Scrittura, Canto, Espressione corporea

Il lavoro svolto dal 2018, anno di nascita del gruppo

In questi tre anni il Corso ha prodotto le seguenti iniziative: 2018, Le grotte della Memoria, ricostruzione all’interno delle Grotte del Farneto della vita dei rifugiati in fuga dai bombardamenti alleati, spettacolo replicato per due anni. Le grotte della Memoria ha ottenuto un servizio andato in onda su Raitre. Il 2019 ha visto nascere, Voci dal Villaggio, storia di un insediamento urbanistico molto particolare; Il Villaggio Due Madonne, dalla nascita ai rapporti con i fatti storici più importanti della città di Bologna . Nel 2020 e 2021 Il Gruppo di teatro Civile si è occupato della storia di Flora Monti la più giovane staffetta (12 anni) operante sul fine della guerra nell’Appennino Emiliano. Dalla sua storia sono nati 2 spettacoli: La Partigiana Flora, nel 2020, che racconta i momenti più emozionanti che Flora ha vissuto svolgendo un compito così pericoloso e La Guerra di Flora, del 2021, spettacolo itinerante, sul drammatico viaggio che ha portato la famiglia di Flora a diventare profuga e ad attraversare l’Appennino a piedi fino ad arrivare con gli americani a Cinecittà, dove è rimasta fino alla fine della Guerra. La Storia di Flora ha interessato una casa di produzione cinematografica che, insieme a Fraternalcompagnia, ne ha fatto un progetto per un docu-film che ha vinto il Bando della Film Commission per l’Emilia Romagna.

Le Grotte della Memoria – Lo spettacolo è stato ripreso da Rai 3.

Nel corso di questi anni il gruppo cresce sia da un punto di vista teatrale che di ricerca sul campo. Insieme agli insegnanti si decide di passare dal Teatro di Narrazione, che prevede letture e racconti, alla produzione di un vero e proprio spettacolo. Fino a questo momento il gruppo aveva collaborato con gli attori professionisti della Fraternal Compagnia, che intervenivano quando c’era il bisogno di costruire dei personaggi in scene teatrali, mentre Gruppo di Teatro Civile si occupava di letture e narrazioni e gli attori intervenivano nelle scene teatrali che richiedevano una preparazione professionale. Il 2022 è l’anno del salto di qualità, il Gruppo di Teatro Civile decide di  costruire uno spettacolo Migranti – Tra Utopia e Sogno: dedicato alle emigrazioni di fine ‘800 avvenute in Italia. Lo spettacolo si divide in due parti: una che riguarda i tanti italiani che in quel periodo partivano per trovare lavoro e uscire da una vita di stenti, l’altra dedicata ai gruppi, fondamentalmente anarchici, che si univano per costruire un modello sociale basato sul lavoro soprattutto in Brasile, dove c’era bisogno di occupare e lavorare tante terre altrimenti abbandonate. Lo spettacolo racconta del lavoro nelle miniere in Svizzera, dei Matrimoni per procura negli Stati Uniti, delle famiglie che lavorano in Australia arrivando a essere migranti di terza generazione e dello spopolamento dei paesi di montagna, a causa della partenza di tutti i giovani. Come esperienza anarchica ci si è occupati dell’esperienza creata da Giovanni Rossi con il nome di Colonia Cecilia, che per tre anni ha accolto persone italiane costruendo un modello sociale basato sul lavoro e sulla libertà individuale. Ancora oggi in Brasile Colonia Cecilia è ricordata come una delle esperienze che più si è avvicinata alla realizzazione dell’utopia anarchica pacifica. Come detto Migranti ha segnato il passaggio dei partecipanti al Gruppo di Teatro Civile, da narratori ad attori. Lo spettacolo è tutt’ora in distribuzione ed è stato rappresentato a Bologna in due teatri diversi a Castel
Bolognese, a Imola (2 volte) e a Castel San Pietro. I partecipanti al gruppo hanno
inoltre deciso di occuparsi anche della distribuzione degli spettacoli.

 
 
 
 

Pace Libera tutti

spettacolo antiretorico tra guerra e pace

Scritto e interpretato dal Gruppo di Teatro Civile della Frateramal Compagnia
Regia di Massimo Macchiavelli, Musiche Umberto Cavalli
Scenografie-Matteo Martini
Sartoria-Cristina Bernardi

Note 

Pace libera tutti parla innanzitutto dell’uomo, delle condizioni sociali e relazionali che portano gli individui a mantenere la propria condizione di pace interiore o ad infrangerla. Perché è da sé che occorre partire, per vivere in pace, cioè in condivisa armonia e in assenza di tensioni e conflitti. Seguendo il ritmo incalzante delle scene, gli spettatori vivranno l’epopea della Pace che si mostrerà nella sua viva concretezza attraverso la forza di un dipinto, nelle strategie dei rapporti di forza che governano il mondo in una ideale partita a scacchi, oppure attraverso la voce dei disertori e nell’ironia clownesca degli incontri quotidiani. Uno spettacolo che parla dell’umano, attraverso la commedia e svela attraverso la comicità l’indole pacifica…facendo nascere la riflessione da un sorriso.

Regia

Partendo dal presupposto che la pace non è mai e sicuramente non lo è adesso, una prerogativa del genere umano soprattutto maschile. Pace Libera tutti, vuole raccontare  di pace dovuta alla guerra, di pace infantile, interiore, facciamo pace. Scena per scena incontriamo Pace e Guerra in una partita giornaliera che perde sempre la pace
Un disertore vive tante disavventure per tornare a casa,  dove non c’è più nessuno i genitori sono spariti per la vergogna di avere un figlio vigliacco (storia vera).
La storia di Jella Lepman che propose di riprendere in mano i bambini tedeschi e non solo, che avevano avuto brutti esempi dagli adulti, attraverso una raccolta di libri sulla pace e fondazione di biblioteche prima in Germania e poi in tutto il mondo. La scena in forma d’operetta rappresenta il momento in cui Jella è al cospetto degli editore di diversi paesi.
Ecco un Barbone e un uomo ricco e abbastanza crudele si ritrovano a disquisire sulla pace interiore, per uno non esiste, l’altro pensa di averla raggiunta ma non sa cos’e. Fino a quando la carità mostra di svelare i segreti dei due Infine un regista tutto solo ma con dei clown che lo distraggono, pensa a come finire lo spettacolo fino a quando riesce mettere d accodo i suoi pensieri il tutto si conclude con una canzone che la compagnia canta per il pubblico com’è nello stile della Fraternal Compagnia. Tre intermezzi di due clown si chiedono quando sia giusto dare un Nobel per la pace